sabato 22 ottobre 2016

Step 6 - I colori nella scienza

Il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello quando assorbono le radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile o luce
Lo studio del colore riguarda molti campi, molte discipline. 
In fisica si può parlare di ottica che è la branca dell'elettromagnetismo che descrive il comportamento e le proprietà della luce e l'interazione di questa con la materia.

"Al momento della creazione Nut, il cielo e Gheb, la terra, erano abbracciati così strettamente da impedire la nascita della vita. Ra, allora, mandò Shu, dio dell’arte e della luce, a separare i due sposi ed ebbe inizio la vita"

Questa leggenda mette subito in risalto che colore e luce sono legati, per spiegare la teoria del colore occorre riferirsi alla natura fisica della luce. Ma questi due aspetti sono correlati al processo di visione e come noi percepiamo i colori. Lo studio del colore ha interessato generazioni di studiosi. Da Platone a tutto il medioevo le ipotesi e le teorie si sono moltiplicate, ma il fondatore della moderna scienza del colore è considerato l'inglese Isaac Newton.
Newton dimostrò così che la luce che ci appare bianca non è in sé monocromatica, ma è la somma di una serie di raggi,  ciascuno dei quali ha una differente lunghezza d’onda. 


A Newton si deve anche il primo modello di rappresentazione del colore, un cerchio che ha al suo centro il bianco e lungo la circonferenza, ordinatamente disposti, i colori scomposti dal prisma. I due colori agli estremi dello spettro visibile il rosso e il violetto – sono giustapposti sulla circonferenza in modo da creare una transizione continua. Sette sono i colori identificati come principali in questo modello: rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto.

In ambito psicologico il colore giallo è associato alla luce, soprattutto quella solare, che rimanda al concetto di illuminazione radiante. 
L’aspetto più evidente della luce, infatti, è il suo uscire da una sorgente centrale per irradiarsi in tutte le direzioni. Spostandosi dal centro verso l’esterno, dunque, al giallo corrisponde un movimento di allargamento, un impulso centrifugo di apertura, liberazione e fuga. Con queste sue proprietà superficiali, all’estroversione del giallo considerata in precedenza, si somma un aspetto gioioso e vivace, sereno e leggero. 
Il giallo è il colore dello sviluppo libero, colore prediletto di persone che sono alla ricerca di rapporti liberi che contribuiscano al loro sviluppo, trasformazione (desiderio di viaggi, voli, desiderio di essere altrove etc). Il giallo rappresenta la soluzione intesa come distacco, liberazione, cambiamento, sviluppo, lontananza in termini di spazio, continua ricerca del nuovo.
Tale colore rimanda proverbialmente alla stupidità e alla follia, come nell'antica Grecia, dove i “pazzi”, per essere riconosciuti, erano obbligati a vestire di giallo.

In campo filosofico Johann Wolfgang von Goethe è uno dei massimi esponenti. 
Con la sua "Teoria dei colori" realizzò quello che egli considerava il suo progetto scientifico più impegnativo. Contrapponendosi alla teoria di Newton, sostiene che non è la luce a scaturire dai colori, bensì il contrario; i colori non sono «primari», ma consistono in un offuscamento della luce, o nell'interazione di questa con l'oscurità.










Nessun commento:

Posta un commento